La mia prima volta..

Dal titolo fuorviante, questo articolo parla della mia prima esperienza sul campo come “real Maker”.

In concomitanza con l’edizione del 2016 Maker Faire Rome – The European Edition, dove l’azienda con cui collaboravo presentò il prototipo (più che altro a scopo dimostrativo) di una macchina intelligente (non so sia giusto chiamarla macchina… 40 tonnellate di ferro, lunga 45 mt…) che con il sole genera elettricità, purifica acqua, crea connessione internet per gli utenti, dove con 9 metri di schermo retroilluminato fungeva da interfaccia uomo-macchina e avrebbe dovuto fungere da mezzo per inviare informazioni utili all’utente. La macchina si chiama Watly 3.0, ed io ero incaricato proprio del progetto “IoT”. Sono sempre titubante quando devo pronunciare la parola IoT, perché è un termine sempre più inflazionato, e molte volte pronunciato a sproposito.

Come si presentava il prototipo all’interno del Maker Faire

Comunque, il prototipo fu sviluppato utilizzando semplicemente una scheda Arduino Mega (costo di circa 30,00 €), completato con n.2 sensori PIR, un sensore capacitivo “home made” (grazie Google), una pompa idraulica a 12 V, una decina di LED e un po di transistor e resistenze varie.

Avrei potuto utilizzare tranquillamente un semplice PLC (tipo un Logo! della Siemens – costo circa 140,00 € -) per comandare una pompa e gestire un po di sensori direte voi, ma ci sono 2 motivazioni, estremamente valide tutte e due, che mi hanno spinto a optare per questo modus operandi:

  • La prima è che volevo conoscere di persona a tutti i costi Massimo Banzi, che per me ha la stessa valenza di Leonard Nimoy in Star Trek, è lo Spock di Arduino, e siccome mi considero una “cintura nera” con questa scheda prototipale volevo fare bella figura con lui. Alla fine non sono però riuscito ad incontrarlo;
  • La seconda è che avevo la necessità di mandare un segnale con protocollo OSC (acronimo di Open Sound Control), protocollo utilizzato spesso dai musicisti e dai Dj (notare come ho distinto le 2 categorie..). Poi vi spiego perché ho usato questo protocollo.

Dunque, il sistema doveva funzionare così:

Al centro della macchina, è stato predisposto un erogatore d’acqua. Un sensore PIR (gestito da Arduino) rileva la presenza nelle vicinanze di una persona, e a questo punto la scheda Arduino manda un segnale in protocollo OSC (tramite cavo USB, da cui prende anche alimentazione) ad un computer dove risiede un programma chiamato Resolume Arena. Codesto software è utilizzato da Vj nelle discoteche, gestire Video Mapping, ecc.

Ricevendo questo segnale il computer manda sullo schermo retro illuminato un video che invita l’utente ad inserire nella bocca dell’erogatore un bicchiere. Una volta che l’utente inserisce il bicchiere (non è fantascienza, i bicchieri li distribuivo io), l’altro sensore rileva la presenza della mano, Arduino mandava cosi un altro segnale al computer, e a quel punto iniziava la magia:

  1. Sullo schermo appariva un video che invitava l’utente a “toccare” un bottone che non era altro che un sensore capacitivo tempestato di LED mirabolanti. La scheda Arduino rilevando il sensore passava alla fase successiva;
  2. Comunicava al computer di proiettare sullo schermo la fase di riempimento del bicchiere;
  3. Contestualmente la pompa iniziava a riempire d’acqua il bicchiere (avrei potuto usare un contatore d’acqua per calcolare la quantità giusta di liquido, che veniva erogata, ma ho preferito per questione di budget e tempo, utilizzare il buon vecchio metodo empirico: calcolare quanto tempo ci metteva la pompa a riempire il bicchiere, e gestire quindi la stessa con un timer creato sulla scheda Arduino.
  4. Allo scadere del timer la pompa si ferma, Arduino manda un segnale che fa comparire sullo schermo l’invito all’utente di gustarsi l’acqua.

In un prossimo articolo, racconterò della conclusione di questo progetto, presentato durante l’evento “Barcolana 2017”.

Questo evento comunque, nonostante la fatica perpetuata per realizzare sia concettualmente che fisicamente il progetto proposto, ha sigillato in me la passione per questo campo: controllo e comando le parole d’ordine…

Un momento di auto-celebrazione…

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